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Full text of "Note cliniche ed istologiche su di un caso di Purpura Annularis Teleangiectodes (Majocchi)"

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Dott.  GIAN  ANGELO  AMBROSOLI 


cliniche  ed  Moniche  so  di  un  coso 


Estratto  dalla  Rivista 
L’  Ospedale  Maggiore 
N.  6,  Giugno  1913. 


'V*\ 


Via  Moscova , il 
1913 


Dott.  GIAN  ANGELO  AMBROSOLI 


dille  el  istologiche  su  di  un  coso 


Estratto  dalla  Rivista 
L’  Ospedale  Maggiore 
N.  6,  Giugno  1913. 


Via  Moscova , 17 

1913 


Digitized  by  thè  Internet  Archive 

in  2016 


https://archive.org/details/b22466940 


La  Purpura  Annularis  Teteangiectodes  è una 
dermatosi,  sulla  quale  il  Majocchi  per  primo 
ebbe  a fermare  la  sua  attenzione  nel  1887  : ac- 
colta oggimai  deli nitiivam ente  fra  le  entità  no- 
sologiche  cutanee,  si  discute  tuttavia  sulla  sua 
eziologia  e sul  posto  ohe  merita  di  occupare  tra 
le  porpore;  se  si  debba  cioè  collocare  fra  le 
porpore  essenziali  o fra  le  sintomatiche. 

La  prima  osservazione  fu  dal  Maj-occhi  pub- 
blicata nel  1895  sotto  la  speciale  e bene  appro- 
priata denominazione  eli  Purpura  Annularis 
Teleangiectodes;  con  essa  il  Majocchi  incluse 
la  malattia  nella  classe  delle  dermatosi  macu- 
lose,  e più  particolarmente  nel  genere  delle 
porpore;  e coi  qualificativi  di  figurazione  e di 
angiettasica,  ne  riassunse  gli  attributi  morfolo- 
gici c la  differenziò  dalle  altre  forme  di  por- 
pora. Di  poi  in  una  classica  memoria  letta  il 
29  maggio  1904  alla  Regia  Accademia  delle 
Scienze  dell’Istituto  di  Bologna,  e pubblicata 
nel  1905,  col  contributo  di  sette  casi,  in  base  a 
rruovà  fatti  clànici  ed  a nuove  ricerche  istolo- 
giche, il  Majocchi  ne  completò  il  quadro  noso- 
grafico,  tracciando  una  magistrale  minutissima 
descrizione  della  dermatosi. 

In  seguito  la  malattia  del  Majocchi  fu  osser- 
vata da  Brandweiner  (3),  Hammer  (6),  Kren  (8), 
Arndt  (1),  E Firmano  (4),  Ferrari  (5),  Hecxhei- 
ner  und  Kohler  (7),  Balzer  et  Galop  (2),  Vi- 
gnolo-Lutati  (17),  Sachs  (13),  Tranwinski  (14), 
Verroffi  (16),  Raclaelli  (12),  Osso'la  (11),  Lincten- 
heim  (9),  Oppenheim  (10),  Truffi  (15),  ecc.;  in 
tutto  poco  più  di  una  ventina  di  casi  pubblicati 


costituiscono  la  letteratura  di  questa  interes- 
sante e rara  dermatosi. 

Avendo  avuta  l’opportunità  di  studiare  un 
caso  tipico  di  Porpora  Annularis  Teleaingiecteu 
des  del  Maj occhi,  di  corredarlo  di  tutti  gli  esa- 
mi collaterali  desiderabili,  di  seguirne  il  de- 
corso fino  a guarigione,  credo  utile  cosa  ri- 
ferire quanto  di  preciso  ebbi  ad  osservare,  sia 
riguardo  all’ obbiettività  clinica,  che  riguardo 
al  reperto  istologico.  Ho  potuto  seguire  que- 
sto studio  sotto  la  direzione  ed  il  controllo  del 
chiarissimo  Primario  dott.  Bertarelli  e del  chia- 
rissimo prof.  Pasini,  ai  quali  rinnovo  vivi  rin- 
graziamenti. 

Storia  Clinica'.  G.  G.,  d'anni  18.  falegname, 
entrato  nel  Comparto  cutanei  dell’  Ospedale 
Maggiore  il  22  settembre  1912. 

Anamnesi.  — - Nulla  di  notevole  nel  gentili- 
zio ; c neppure  nei  precedenti  personali  del- 
1’ ammalato.  Normali  i primi  atti  fisiologici  : 
nulla  ricorda  delle  malattie  della  prima  infan- 
zia; frequentò  la  scuola  fino  ai  12  anni  (3a  ele- 
mentare) lavorò  in  seguito  come  fabbro,  ed 
ora,  da  tre  anni,  come  falegname:  nè  l’uno, 
nè  l’altro  mestiere  furono  soverchiamente  gra- 
vosi. Ebbe  sempre  alimento  sufficiente  e sano; 
abitò  luoghi  salubri. 

Guanto  alle  cause  presunte  ed  all’inizio  della 
dermatosi  l’ammalato  dice  che  sul  principio 
dello  scorso  luglio  ebbe  un  giorno  ad  avverti- 
re, improvvisamente,  mentre  attendeva  al  pro- 
prio lavoro,  bruciore  e prurito  alla  parte  ester- 
na del  piede  sinistro,  per  lo  che,  avendo  messo 
a nudo  la  parte,  constatò  la  presenza  in  detta 
regione  di  una  chiazza  d’infiltrazione,  arros- 
sata, che  già  presentava  allora  le  dimensioni 
di  una  moneta  da  due  soldi.  Interrogato  ripe- 
tutamente, se  allora  esistessero  alle  gambe 
macchie  simili  a quelle  che  oggi  presenta  (mac- 
chie purpuriche)  l’ammalato  lo  nega  recisa- 
mente. In  pochi  giorni  la  chiazza  infiltrata  si 
piodermizzò  facendosi  più  rossa,  pili  dolente, 
e ricoprendosi  di  pustole  e poi  di  croste.  Es- 
sendosi fa.  in  quel  l’occasione  recato  dal  me- 


— 5 — 


•dico,  questi  gii  ordinò  impacchi  di  sublimato, 
che  fece  ripeta] tamente  con  esito  negativo. 

Pochi  giorni  dopo  avere  avvertita  la  lesione 
•dolorosa,  di  cui  sopra,  ed  anche  dopo  l’appli- 
cazione deghimpacchi  di.  sublimato,  P amma- 
lato notò  il  comparire  alla  parte  dorso  laterale 
del  piede  sinistro,  (in  vicinanza  alla  lesione 
primitiva,  sulla  quale  era  stato  applicato  l’im- 
pacco di  sublimato)  delle  prime  macchioline 
rosse,  che  l’ammalato  dice  simili  alle  presenti 
e dello  stesso  colore.  Queste  macchie  vennero 
occupando  tutta  la  parte  dorsale  del  piede  si- 
nistro. poi  iniziarono  pure  alla  parte  dorsale 
del  piede  destro,  che  fu  in  breve  aneli’  esso 
completamente  invaso,  mentre  già  a sinistra 
le  macchie  avevano  risalita  la  gamba,  occu- 
pandone prima  la  parte  anteriore,  e diffonden- 
dosi poi  gradatamente  alla  posteriore  e su,  su 
lino  alla  coscia,  seguite  con  poco  ritardo  dal 
risalire  di  lesioni  simili  anche  alla  gamba  ed 
alla  coscia  destra. 

Il  malato  dice  che  il  diffondersi  di  queste 
macchie  era  da  principio  progressivo  e rapido; 
al  momento  del  suo  ingresso  nell’ospitale  era 
ancora  progressivo,  ma  assai  più  lento. 

he  macchie  purpuriche  insorsero  in  ottime 
condizioni  di  salute,  e non  furono  mai  accom- 
pagnate da  alcun  sintomo  generale  (febbre  o 
dolori  articolari,  o muscolari,  o nevralgie)  e le 
lesioni  non  furono  mai  per  se  slesse  dolorose 
o pruriginose. 

Stato  presente.  — L’a.  ha  senso  di  pieno  be- 
nessere e nulla  vi  ha  eli  anormale  nello  stato 
soggettivo  generale.  Individuo  di  robusta  costi- 
tuzione; scheletro  regolare  (non  si  nota  alle  os- 
sa alcuna  di  quelle  deformazioni,  che  potrebbe- 
ro far  pensare  alla  sifilide  ereditaria)  nutrizio- 
ne buona,  muscolatura  beale  sviluppata.  Nulla 
di  notevole  all'esame  del  capo  e del  collo,  (nes- 
suna stigmata  di  eredo-silìlide).  Normale  Io  svi- 
luppo del  sistema  venoso;  normale  lo  sitato  del- 
le arterie  palpabili;  non  arterio-sclerosi  dif- 
fusa; polso  valido,  regolare,  pressione  arterio- 
sa normale.  Negativo  l’esame  dei  polmoni,  del 


cuore  e degli  organi  ipocondriaci;  integro  il 
sistema  nervoso  e muscolare. 


Esami  collaterali. 

Esame  delle  orine:  Quantità  1500,  colorito 
giallo  chiaro,  limpida,  reazione  acida,  P.  S. 
1018,  cloruri  7.30 Vb,  almu mina  assente,  zucche- 
ro assente,  urea  gr.  8,907%,  urobilina  presen- 
te, imbacano  assente,  emoglobina  assente, 
Emoglobina  assente  (Mever  negativo). 

Al  microscopio  : rari  leucociti,  e rari  ele- 
menti epiteliali  dell’ultima  porzione  delle  vie 
urinarie.  Non  emazie,  non  cilindri. 

Esame  del  sangue  : prelevato  dal  dito  indice 
il  giorno  5 ottobre  alle  ore  15  dopo  un  pasto 
misto:  Tasso  emoglobinico  (Ideiseli)  95,  Glo- 
buli rossi  (Thoma-Zeiss)  : 4.300.000;  Globuli 
bianchi:  6.200. 

Esame  microscopico.  — Globuli  rossi  di  for- 
ma e volume  normale.  Non  macro,  nè  nricro- 
citi.  Non  normo,  nè  megaloblasti. 

Formula  leucocitaria.  — Polinucleari  neutro- 
fili  70%;  Polinucleari  basolili  0,  Polinucleari 
eosinofili  5,  Linfociti  piccoli  27,  Linfociti  gran- 
di 5,  Grossi  mononucleari  2,  Forse  di  passag- 
gio 2,  Mastrzellen  0. 

Mori  onalozoarii. 

Cutireazione  alla  Pirquet  con  tubercolina 
umana  (braccio  sinistro)  e bovina  (braccio  de- 
stro) negativa. 

Iniezione  intradermica  di  chic,  di  soluzio- 
ne al  millesimo  di  tubercolina  umana  in  acqua 
fenicata,  (Istituto  Sieroterapico  Milanese)  nes- 
sun sintomo  reattivo  locale,  nè  generale. 

Siero-diagnosi  di  Wassermann  negativa. 

Si  applicano,  in  via  di  prova,  impacchi  di  su- 
blimato alfl/o  per  24  ore  sulle  regioni  occu- 
pate dalla  dermatosi  e su  regioni  indenni 
(braccia),  il  risultato  è sempre  negativo,  sia  ri- 
guardo all’ accen  tuarsi  delle  efflorescenze  già 
ir  atto,  sia  riguardo  al  l’apparire  di  nuove  mac- 
chie angiettasico  emorragiche. 


— ? — 


La  siasi  provocata  con  lacci  facenti  varia 
pressione,  sia  alle  braccia  che  alle  .gambe,  trat- 
tenuta più  o meno  a lungo  nei  varii  esprimen- 
ti. ha  dato  come  risultato  un'accentuazione  del 
tono  rosso  cupo  delle  efflorescenze  esistenti  e 
la  comparsa  di  una  live  do  annularis , che  scom- 
pariva non  appena,  tolto  il  laccio,  la  circola- 
zione riprendeva  normale. 

Anche  l’applicazione  in  vari  punti  dei  tronco 
di  coppette  aspiranti  ha  dato  risultato  negativo. 

Biopsia.  — 11  i°  ottobre  viene  praticata  una 
biopsia  alla  parte  posteriore  della  gamba  de- 
stra; si  asporta  un  lembo  di  cute  fusiforme, 
che  arriva  in  profondità  nell’ipoderma,  com- 
prendente due  elUorescenze  annulari  contigue 
a cifra  8.  La  ferita  si  cuce  con  tre  punti  stac- 
cati, e guarisce  per  prima,  lasciando  una  cica- 
trice regolare.  Attorno  alla  cicatrice  non  si  no- 
ta il  formarsi  d.i  nuove  macchie  emoragico-te- 
leangiettasiche. 

Inoculazione.  — Lo  stesso  giorno  si  inocula- 
no frammenti  di  elUorescenze  nel  peritoneo  di 
tre  cavie.  Sino  ad  oggi  (sono  trascorsi  tre  me- 
si) il  risultato  di  tali  inoculazioni  si  mantiene 
negativo. 

Caratteri  morfologici  della  dermatosi. 

Topografia  della  dermatosi.  — La  dermatosi 
occupa  gii  arti  inferiori,  ed  è simmetrica  ri- 
spetto alle  parti  prese;  però  in  punti  simmetrici 
dei  due  arti,  l’aspetto  e la  quantità  delle  lesioni 
non  sono  identici.  Estesa,  tranne  le  dita,  a tutta 
la  parte  dorsale  dei  piedi,  lasciando  compieta- 
mente  indenne  la  pianta,  risale,  abbracciati  'i 
malleoli,  lungo  le  gambe  fin  sotto  l’articolazio- 
ne del  ginocchio.  Delle  gambe  è maggiormente 
invasa  Li  parte  anteriore,  ed  un  poco  più  la 
sinistra  che  la  destra.  Delle  ginocchia  è rispar- 
miata la  regione  rotulea;  preso  invece  il  cavo 
popùleo;  lesioni  si  notano  anche  nella  coscia 
nella  sua  parte  postero-interna;  non  molto  nu- 
merose ed  isolate  a sinistra,  scarsissime  a de- 
stra. 


— 8 — 


Forma  e figurazione  della  dermatosi.  — Net 
punti  di  recente  invasione  la  dermatosi  è co- 
stituita da  macchiette  puntiformi  o lenticolari, 
a colorito  roseo  o rosso  non  molto  vivo  ed  un 
poco  livido,  non  rilevate  affatto  sul  livello  della- 
cute,  e senza  la  più  piccola  traccia  di  desqua- 
mazione; follicolari  di  preferenza,  come  ben  si 
può  vedere  dall’essere  per  lo  pili  centrate  da 
un  pelo,  sebbene  ve  ne  siano  anche  di  exira 
follicolari.  Tali  macchie  non  scompaiono  alla 
pressione;  impallidiscono  però  un  poco  sotto  la 
lastra  diascopica,  attraverso  la  quale  si  vedono 
dove  piccole  chiazze  rosso  livide  o brunastre 
a contorni  sfumati,  che  sono  piccoli  focolai 
emorragici  con  leggere  pigmentazioni,  dove  al- 
cuni punti  rosso  lividi,  che,  sia  per  la  forma 
rotondeggiante,  e a breve  linea  sinuosa,  e per 
la  nettezza  dei  contorni;  sia  per  qualche  segno 
di  ramificazioni,  ben  visibili  colla  lente,  che- 
spesso presentano,  evidentemente  corrispondo- 
no a piccole  angettasie  cutanee. 

Di  queste  inizialissime  lesioni  ne  troviamo 
in  discreto  numero  sparse  alla  faccia  interna 
delle  coscie,  e qualcuna  alla  parte  posteriore 
della  gamba  sinistra. 

In  queste  stesse  regioni  si  può  notare  che  per 
lo  più  due,  tre,  quattro  macchioline  angiettasico 
emorragiche  si  dispongono  su  di  una  linea  cur- 
va (arco  di  circonferenza:)  e mentre  queste  in- 
grandiscono, compaiono  in  punti  intermedi  ai 
primi,  o almeno  posti  su  archi  della  medesima 
circonferenza,  nuove  macchioline  simili  alle 
precedenti,  e viene  così  a formarsi  il  primo  ab- 
bozzo della  lìgura  anulare,  nel  quale  tosto  si 
verifica  un  processo  di  progressione  periferica 
con  esaurimento  del  fondo  verso  la  parte  cen- 
trale dell’anello,  in  seguito  al  quale  la  figura 
(Ululare  si  fa  dapprima  più  regolare  ed  elegan- 
te, impartendo  alla  dermatosi  l'aspetto  caratte- 
ristico che  le  è proprio,  ed  aumenta  poi  pro- 
gressivamente di  diametro  della  sua  circonfe- 
renza (vedi  Fig.  T). 

Le  ligure  anulari  hanno  un  contorno  dello 
spessore  di  qualche  millimetro  ed  un  diame- 
tro da  è a 3 cm.  Sono  costituite  da  punta  emor- 


— 9 — 


rabici  di  colorito  roseo,  e da  punti  angiettasici 
di  colore  un  po’  più  scuro:  sono  sfumate  in 
roseo  più  chiaro  verso  l’esterno,  in  gialliccio 
verso  l’iin terno. 

L’area  compresa  nell’anello  è di  colore  gial- 
lo bruniccio,  dovuto  alla  pigmentazione  lascia- 
ta dai  focolai  emorragici  scomparsi  per  l’esau- 
rimento centrifugo  del  processo.  La  pigmen- 
tazione è giallo  bruna  nella  parte  più  perife- 
rica dell'area,  giallo  un  poco  più  chiaro  verso 
il  centro;  non  si  notano  fatti  d’ipotrofìa,  o pie- 
ghettaniento  od  assottigliamento  della  cute  o 
scolori  mento  o caduta  dei  peli  od  atrofia  dei 
follicoli. 

Proseguendo  la  dermatosi  nella  sua  evolu- 
zione, parecchie  figure  anulari  si  fanno  conti- 
gue per  la  continua  progressione  periferica,  e 
danno  luogo  per  confluenza  a nuove  forme  fi- 
gurate a cifra  8,  ed  a frammento1  di  catena, 
come  ben  si  può  vedere  alla  parte  posteriore 
della  gamba  sinistra.  In  altre  regioni,  come 
alla  parte  dorsale  dei  piedi,  alla  parte  anterio- 
re della  gamba  sinistra,  ed  alla  gamba  destra, 
dove  molte  forme  circolari  hanno  confluito, 
per  l’esaurimento  di  queste  in  alcuni  punti  del 
loro  contorno,  si  na  la  formazione  di  chiazze 
figurate  di  varia  grandezza. 

Tali  chiazze  hanno  forma  svariata  ed  irre- 
golare, ed  i contorni  presentano  una  marcata 
poi icicl i cita,  mostrando  di  essere  costituite  da 
archi  di  cerchio  a concavità  interna,  che  risul- 
tano ancora  con  evidenza  formati  dalle  mac- 
chioline angettasico-emorragiche  caratterist  i- 
che. 

Nell’interno  di  queste  chiazze  la  cute  pre- 
senta un  colorito  giallo  bruno  simile  a quello 
che  presentano  al  centro  le  figure  anulari,  ed 
anche  qui  senza  segni  d’atrofìa  della  cute,  dei 
follicoli  o dei  peli.  Qua  e là,  sia  presso  ai  bor- 
di, che  nella  parte  centrale  si  notano  brevi  ar- 
chi, frammenti  di  forme  anulari  confluite,  che 
sono  costituite  da  tre,  quattro  o più  macchiette 
rosse  angiettasico-emorragiche. 

Tra  le  chiazze  che  ora  ho  descritto,  sono 


— 10  — 


racchiusi  lembi  di  cute  sana,  a forma  irrego- 
lare, limitati  da  archi  a concavità  esterna,  che 
formano  ai  loro  punti  d’incontro  angoli  molto 
acuti  e che  sono  quelli  stessi,  che  costituiscono 
il  contorno  policiclico  delle  chiazze  figurate. 

Non  -si  nota  dermografismo,  nò  l’apparire  di 
macchie  emorragico-angiettasiche  in  punti  mec- 
can i cariente  irritati. 

Decorso  della  dermatosi.  — Iniziatasi  ai  pri- 
mi dello  scorso  luglio  alla  parte  distale  degli 
arti  inferiori,  la  dermatosi  ebbe  decorso  pro- 
gressivo ed  abbastanza  rapido  pei  mesi  di  lu- 
glio ed  agosto;  nel  mese  di  settembre  il  decor- 
so, pur  mantenendosi  progressivo,  si  fece  più 
lento,  ed  alla  line  di  settembre  (epoca  in  cui 
l’ammalato  ricoverò  nel  nostro  ospitale),  es- 
sendo già  la  dermatosi  risalita  fino  alla  metà 
superiore  delle  coscie,  ancora  se  ne  poteva  no- 
tare il  progredire,  sia  per  dilagazione  centri- 
fuga delle  forme  anulari,  sia  per  comparsa 
di  nuove  macchiette  angiettasico-emorragiche 
sempre  più  m alto  sulla  coscia.  La  progressio- 
ne della  dermatosi  continuò  per  circa  un  mese 
ancora,  poi  senza  un  periodo  di  stazionarietà 
della  sintomatologia,  is 'iniziò  un  periodo  di  re- 
gressione. Questo  fu  rapido,  vedendosi  in  bre- 
ve tempo  le  macchie  e le  elllorescenze  anulari 
diminuire  di  tono,  contemporaneamente  su 
tutta  la  regione  presa,  fino  a che,  il  10  novem- 
bre 1912,  giorno  in  cui  fu  dimesso  dall’ospua- 
le,  non  presentava,  a testimonio  delle  prece- 
denti lesioni,  che  reliquati  di  pigmentazioni, 
che  pure  andarono  rapidamente  scomparendo. 

Sulle  chiazze  in  via  di  scomparsa  non  fu  no- 
tata mai  traccia  di  desquamazione. 

Alla  cute,  nei  punti  occupati  sia  dal  fanello, 
sia  dalla  zona  gialliccia  centrale,  non  si  no- 
tano esili  in  atrofia  a carico  della  cute  dei  fol- 
licoli, o dei  peli. 

Deperto  istologico.  — Biopsiato,  come  pili 
addietro  ho  detto,  il  lembo  di  cute  viene  ta- 
gliato in  due  parti  comprendenti  ciascuna  una 
etllorescenza  anulare  completa:  di  queste  una 
è fissata  in  sublimato  acetico,  l’altra  in  alcool. 


11 


Fra  i diversi  metodi  di  colorazione  furono 
prescelte  : 

1°  La  soluzione  di  carmallume.  2°  La  colora- 
zione con  ematossilina  ed  Eosin  franzòs,  rein 
fur  Bluthorpfàrbung  Vasserblau  in  soluzione 
acquosa,  che  diede  i preparati  più  dimostrativi 
in  quanto  alla  distribuzione  delle  emorragie. 
33  La  soluzione  alcoolica  di  saffranina.  4°  Il 
triacido  di  Ehrlich.  5°  La  colorazione  di  Tan- 
zer  Unna  per  la  dimostrazione  del  tessuto  ela- 
stico coll’orceina  sola,  ed  orceina  e bleu  poli- 
cromo, che  fornì  preparati  utilissimi  per  la 
differenziazione  dei  vasi  venosi  dagli  arteriosi. 
6°  La  colorazione  di  Van  Gieson  colla  quale 
spiccano  assai  bene  le  alterazioni  muscolari. 
7°  La  colorazione  eli  Bizzozero  al  picrocarmi- 
no,  ecc. 

L’esame  istologico  dà  questo  reperto  : 

In  entrambe  le  efflorescenze  biopsiate  si  han- 
no le  medesime  alterazioni  istologiche,  onde 
per  evitare  inutili  ripetizioni,  riunisco  i due 
reperti  in  tutto  quello  che  hanno  di  comune, 
riservandomi  di  parlarne  isolatamente  solo  nel 
dire  delle  alterazioni  vasali,  che  sono  le  più 
importanti  del  quadro,  e per  le  quali  notansi 
nei  due  pezzi  differenze  di  sede. 

Epidermide.  — Di  normale  spessore,  presen- 
ta zaffi  interpapillari  eli  forma  e volume  pure 
normale:  nè  il  reticolo  malpigliano  nel  suo  as- 
sieme, nè  le  cellule,  che  lo  compongono,  iso- 
latamente. presentano  alterazioni  di  forma,  vo- 
lume o colo ra bili t à . Lo  strato  granuloso  è co- 
stiti] ilo  da  un  solo  ordine  di  cellule  piuttosto 
povere  di  eleidina;  è però  conservato  in  ogni 
punto. 

Lo  strato  lucido  non  è visibile;  lo  strato  cor- 
neo è di  spessore  normale:  si  presenta  in  qual- 
che punto  sfaldato,  senza  segni  di  parachera- 
tosi. 

Derma  ed  ipoderma.  — Il  derma  papillare, 
il  reticolare  e hip  od  erma  sono  normali  quanto 
alla  posizione,  alla  forma,  ed  all’estensione. 
I fasci  collageni  sono  però  un  poco  rigonfi,  ri- 
lassati, ed  hanno  un  aspetto  un  poco  diafano, 


12  — 


quantunque  conservino  la  loro  normale  colora- 
bili!,à.  11  tessuto  elastico  ha  distribuzione  nor- 
male. 

Sistema  circolatorio  sanguigno  detta  cute.  — 
Sia  nel  derma,  che  nelTipoderma  esistono  a 
carico  dei  vasi  alterazioni  notevoli,  che  costi- 
tuiscono il  reperto  anatomo  patologico  più  im- 
portante della  dermatosi.  Dette  alterazioni  in- 
teressano il  sistema  circolatorio  sanguigno  del- 
la cute  nella  saia  totalità,  dai  grossi  vasi  del- 
l'ipoderma, ai  vasi  terminali  delle  papille. 

Trattandosi  di  un  reperto  di  fine  interpreta- 
zione, non  credo  inopportuno  far  precedere  al- 
la descrizione  delle  alterazioni  qualche  nota 
che  serva  a mostrare  quali  criteri i si  siano  se- 
gnai li  nello  studio  di  esse.  È noto  che  il  sangue 
arriva  alla  pelle  per  mezzo  dei  vasi  relativa- 
mente cospicui  (rami  cutanei  deH’arteria  ma- 
croscopica) che  decorrono  immediatamente  al 
disotto  dello  strato  sottocutaneo,  e che  qui  si 
an astoni i zzano  in  un  piano  orizzontale,  dal 
quale  partono  vasi,  che  attraversano  obliqua- 
mente l’ipoderma,  ed  arrivando  alla  faccia  in- 
feriore del  derma  reticolare,  si  anastomizzano 
fra  loro  a formare  il  plesso  sotto-dermico,  dal 
quale  a loro  volta  partono  nuovi  vasi,  che  por- 
tandosi obliquamente  in  alto  fin  sotto  le  papil- 
le, formano  il  plesso  sottopapillare.  Dal  ples- 
so sottopapillare  infine  si  staccano  i vasi  ter- 
minali. che  vanno  a formare  le  anse  papillari. 

1 vasi  della  circolazione  papillare,  ed  anche 
quelli  degli  strati  superiori  del  derma  retico- 
lare, sono  canali  endoteliali  semplici;  solo  in 
vicinanza  al f ipoderma  e nell’ ipoderma,  si  tro- 
vano vasi  muniti  delle  tre  tuniche,  intima,  me- 
dia ed  avventizia,  fra  i quali  possono  con  cri- 
teri sicuri  distinguersi  le  arterie  dalle  vene. 

E questa  distinzione  è possibile  in  base  ai 
seguenti  dati  istologici.  Nelle  arterie  (prepa- 
rati colorati  con  orceina)  spicca  netta  e pie- 
ghettata la  (limitante  interna,  e la  media  è es- 
senzialmente costituita,  da  muscolatura  liscia  e 
compatta  con  libre  longitudinali  e fibre  trasver- 
sali o circolari:  nelle  vene  invece,  che  hanno 


— 13  — 


un  lume  più  irregolare,  non  spicca  una  mem- 
brana interna  distinta,  facente  si  che  i con- 
torni del  vaso  sieno  «nettamente  limitati,,  e vi  è 
nella  tunica  media  un  minor  numero  di  fibre 
muscolari,  e più  numerose  fibre  elastiche,  le 
quali  sono  ordinate  in  anelli  concentrici. 

Questi  i criteri  differenziali,  dirò  classici,  tra 
arterie  e vene,  che  sono  portati  dal  Mibelli,  da 
Ehrmann  e Fick,  da  Cornil  e Rauvier,  dal  Te- 
slut,  ecc.,  e che  ho  attentamente  seguito  nel 
mio  studio  istologico. 

Disponendo  poi  di  numerose  serie  di  prepa- 
rati, ho  potuto  convalidare  la  differenziazione 
coi  criteri!  della  ramificazione  e distribuzione 
del  vaso.  Da  quanto  ho  premesso  risulta,  che 
dovendo  io  descrivere  alterazioni  vasali,  che 
interessano  tutto  il  sistema  circolatorio  sangui- 
gno della  cute,  allorché  si  tratterà  eli  vasi  co- 
spicui dell’ ipoderma  e della  parte  profonda 
del  derma  reticolare  sarò  autorizzato,  in  base 
ai  criteri  suesposti,  a parlare  di  alterazioni  a 
carico  di  arterie  e di  vene:  arrivato  poi  alla 
parte  superiore  del  derma  reticolare  ed  al  cor- 
po papillare,  non  potrò  più  parlare  eli  altera- 
zioni arteriose  o venose,  ma  semplicemente  di 
alterazioni  vasali. 

I.  Alterazioni  che  si  osservano  nella  parte 
del  territorio  vascolare  sanguigno  •. Iella  cute , 
in  cui  è possibile  la  differenziazione  tra  vene 
ed  arterie. 

Pezzo  1.  dissalo  in  sublimato  acetico).  — Le 
alterazioni  sono  a carico  di  un  fascio  neuro- 
vascolare decorrente  nella  profondità  delLipo- 
derma. 

Vena.  — La  vena  presenta  tutte  le  tuniche 
irregolarmente  infiltrate  da  cellule  rotonde  mo- 
nonucleate  piccole,  a nucleo  fortemente  colo- 
rabile, a tipo  cioè  linfocitario.  L’avventizia  ap- 
pare alquanto  dissociata  nei  suoi  elementi.  La 
tunica  media  presenta  uno  spessore  maggiore 
che  di  norma,  il  quale  non  è dato  però  da  un 
ipertrofia  delle  singole  libro-cellule:  e neppu- 
re da  un  aumento  numerico  di  queste,  ma  solo 
dal  fatto,  che  le  libro-cellule  muscolari  sono, 


14 


uniformemente  su  tutta  la  tunica  media  dis- 
sociate, spostate  ed  allontanate  fra  «di  loro.  Ta- 
le dissociazione  è più  imponente  nei  fascetti 
periferici,  è però  palese  anche  nei  più  interni. 

■Si  può  poi  notare  come  nel  ©uo  assieme  la 
tunica  media  assuma  un  aspetto  lucente,  semi- 
diafa.no,  omogeneo  e non  si  lasci  colorare  che 
assai  debolmente  daH’eosina.  Delle  libro-cellu- 
le non  si  riesce  -più  a distinguere  i contorni; 
anche  il  nucleo  non  sempre  è visibile,  e si 
presenta  granuloso,  retratto,  a margini  irrego- 
lari. 

Numerose  sono  le  fibre  elastiche;  di  calibro 
abbastanza  rilevante,  si  mostrano  evidente- 
mente disposte  ad  anelli  concentrici;  di  questi 
il  più  interno  è il  meglio  conservato,  e solo 
in  qualche  punto  di  esso  le  fibre  si  presenta- 
no frammentate;  gin  altri  invece  si  presentano 
in  parecchi  punti  guasti  o scontinui,  e tali  al- 
terazioni raggiungono  il  massimo  alla  perife- 
ria, dove  è,  come  ho  detto,  maggiore  la  disso- 
ciazione delle  fibre  muscolari.  L’intima  pre- 
senta le  cellule  endoteliali  rigonfie,  e si  nota 
a carico  dell’endotelio  stesso  un  processo  pro- 
liferati vo,  che  occupa  il  lume  del  vaso,  ostruen- 
dolo. 

Riscontriamo  cioè  nella  vena  in  esame  un 
enclohebite  obliterante  accompagnato  da  un 
processo  infiltrativo  diffuso  e degenerazione 
della  tunica  media  (Vedi  Fig.  III). 

Arteria.  — L’arteria  è sana:  non  si  nota  in 
essa  traccia  d’infiltrazione  od  alterazioni  flogi- 
stiche. Anche  nelfarteria  la  tunica  media  si 
presenta  di  spessore  maggiore  che  di  norma  ; 
questo  aumento  di  spessore  non  è apparente, 
come  nella  vena,  e dato  da  una  dissociazione 
delle  libro-cellule  eli  e lo  compongono,  ma  è la 
conseguenza  di  una  vera  iperplasia  ed  ipertro- 
fia delle  fibro-cell ule  stesse.  L’ipertrofia  della 
tunica  media  è causa  di  una  diminuzione  di 
lume  del  vaso. 

La  tunica  media  nel  suo  assieme  e le  sin- 
gole fibrocel bile  hanno  aspetto  al  tutto  norma- 
le e non  presentano  alcun  carattere  degenera- 
tivo. 


— 15  — 


Nervo.  — Non  presenta  alterazioni  di  sorta. 

Pezzo  II.  (fissato  in  alcool). 

Vena  — In  questo  preparato  si  osservano  al- 
terazioni identiche  a quelle  sopra  descritte,  a 
carico  di  una  vena,  che  non  decorre  più  nella 
profondità  dell’ipoderma,  ma  nella  parte  infe- 
riore del  derma  reticolare:  la  stessa  infiltra- 
zione di  cellule  linfocitarie;  la  proliferazione 
endoteliale  è anche  più  ostruente  che  negli 
altri  preparati:  si  nota  pure  qui  dissociazione 
e degenerazione  jalina  delle  libro  cellule  mu- 
scolari e frammentazione  delle  fibre  elastiche 
nella  tunica  media. 

Arteria.  — Pure  decorrente  nella  profondità 
del  derma  reticolare,  non  presenta  alcuna  al- 
terazione patologica. 

II.  Alterazioni  che  si  osservano  nella  parte 
del  territorio  vascolare  sanguigno  della  cute 
in  cui  non  è più  possibile  la  differenziazione 
tra  arterie  e vene. 

Il  reperto  è identico  per  entrambi  i pezzi  e 
lo  riassumo  in  uno  solo. 

A carico  di  questa  parte  del  sistema  circo- 
latorio sanguigno  si  osservano  una  notevole 
proliferazione  capillare  ed  alterazioni  vasali. 
Della  proliferazione  capillare  dirò  solo,  che  si 
può  vedere  in  qualunque  punto  deirelTlorescen- 
za  : in  quanto  alle  alterazioni  vasali,  esse  sono 
sparse  senza  regola  alcuna  nel  derma  papil- 
lare e reticolare,  e si  possono  a mio  avviso  di- 
videre in  due  gruppi  : 

a)  Alterazioni  vasali  con  infiltrazione  ed 
•alterazioni  flogistiche.  — Esaminando  un  pre- 
parato a piccolo  ingrandimento,  spiccano  at- 
torno ai  vasi  numerosi  focolai  più  o meno  im- 
ponenti d’infiltrazione,  che  si  vede  costituita 
da  piccole  cellule  rotonde  mononucleate,  con 
nucleo  fortemente  colorabile,  a tipo  cioè  di  pic- 
coli linfociti  e da  qualche  cellula  polinucleare. 
L’infiltrazione  interessa  le  tuniche  ed  anche 
per  un  buon  tratto  il  connettivo  circostante. 
Alle  cellule  d’infiltrazione  sono  commisti  nu- 
merosi globuli  rossi  bene  conservati,  che  si  dii- 


— 16 


l'onclono  pel  collagene)  anche  al  eli  là  dell’infil- 
trazione.  Osservando  poi  minutamente  ed  a 
più  torte  ingrandimento  il  vaso,  si  vede  come 
le  cellule  d’infil trazione  abbiano  portato  una 
dissociazione  degli  elementi  delle  tuniche  va- 
gali, e si  può  rendersi  ragione  del  come  at- 
traverso' le  smagliature  di  queste,  abbiano  po- 
tuto fuoruscire  globuli  rossi,  di  cui  già  ho 
rilevato  la  presenza  attorno  al  vaso. 

Qua  e là  in  qualcuno  dei  vasi  infiltrati  si  può 
riconoscere  una  proliferazione  endoteliale.  Do- 
ve nelle  tuniche  son  visibili  fìbrocellule  mu- 
scolari, queste  presentano  degenerazione  jatina. 

b)  Alterazioni  nasali  senza  infiltrazione , 
nè  fenomeni  flogistici. 

Si  trovano  vasi  per  nulla  infiltrati,  e con 
intima  normale,  che  presentano  una  notevole 
ectasia,  la  quale  non  è uniforme,  ma  ben  spes- 
so irregolare,  perchè  fatta  da  una  certa  vari- 
cosità  dei  medesimi.  Si  notano  però  anche  di- 
latazioni regolari,  vere  dilatazioni  sacciformi 
dei  capillari  stessi,  completamente  tappezzate 
dalfentotelio  del  vaso  (Vedi  Fig.  II).  Alcuni  dì 
questi  capillari  ectasipi,  che  sono  talvolta  iso- 
lati, talvolta  riuniti  in  isvariati  intrecci,  si  pre- 
sentano ripieni  di  sangue;  ma  per  lo  più  sono- 
pressocchè  vuoti,  contenenti  poche  emazie, 
mentre  si  vede  il  sangue  stravasato  vicino  al' 
vasellino  ectasico. 

Le  pareti  di  questi  vasi  coi  loro  elementi 
divaricati,  come  sfibrati,  permettono  la  fuoru- 
scita dei  globuli  rossi;  in  qualche  punto  si  ha 
rottura  del  vaso  sfiancato  ed  emorragia  per 
rexin. 

Avvenuta  in  un  modo  o nell’altro  si  nota 
una  infiltrazione  ematica,  ad  emazie  pressoc- 
chè tutte  ben  conservate,  dell’avventizia  del 
vasellino  ectasico  o rotto,  e del  connettivo  ad 
esso  circostante. 

Sistema  linfatico.  — Non  presenta  altera- 
zioni notevoli;  si  possono  però  osservare  forti 
dilatazioni  a carico  dei  vasi  e delle  lacune  lin- 
fa I iche. 

Annessi  cutanei  - Muscoli.  — Si  rilevano  al- 


— 17  — 


fonazioni  notevoli  a carico  elei  muscoli  lisci 
della  pelle,  sia  degli  erettori  elei  peli,  che  degli 
obbliqui.  Nel  suo  insieme  il  muscolo  sembra 
ipertrofico  per  il  fatto  che  ha  perso  la  sua 
eompatezza  mostrandosi  ora  uniformemente, 
ora  irregolarmente  rilassato.  Si  può  vedere  co- 
me il  fascio  muscolare  non  sia  più  a contatto 
diretto  coi  circostanti  fasci  collageni:  attorno 
ad  esso  si  notano  spazi i chiari,  di  varia  gran- 
dezza, limitati  da  fibrille  trasparenti  e assai 
nette,  che  mantengono  fisso  il  muscolo  stesso 
al  derma;  spazii  simili  si  formano  nell’interno 
del  muscolo,  fra  gii  uni  e gli  altri  fasci  divari- 
cati, e sono  spesso  fra  loro  e coi  primi  comu- 
nicanti. Nei  detti  spazii  è contenuto  un  liqui- 
do incolore,  trasparente,  in  cui  qualche  volta 
si  trovano  dei  globuli  rossi. 

Così  dissociate  le  fibro-cellule  non  tardano 
a presentarsi  per  se  stesse  alterate.  Si  fanno 
più  piccole,  di  aspetto  j aitino,  nei  preparati  con 
ematossilina  ecl  eosina  appaiono  colorate  in 
rosso  eosina  pallido,  il  nucleo  si  fa  granuloso, 
irregolare  nei  contorni,  sino  a diventare  tal- 
volta spiraliforme. 

Follicoli  piliferi.  — Nessuna  alterazione  si  no- 
ta a carico  dei  follicoli  piliferi,  e neppure  a 
carico  delle  annesse  ghiandole  sebacee  e dei 
peli.  Tutto  aH’ingiro  del  follicolo  notansi  nu- 
merosi vasi  ectasici  o .rotti  con  infiltrati  e stra- 
vasi sanguigni,  ed  inoltre  assai  viva  prolifera- 
zione di  capillari  sanguigni. 

Ghiandole  sudorifere.  — Non  presentano  al- 
cuna alterazione;  i pressi  del  glomerulo  sono 
spesso  sede  di  emorragie. 

Queste  le  risultanze  cliniche  ed  istologiche 
del  presente  caso  di  Purpura  Annularis  Tele- 
angiectodes,  dalle  quali  risulta  con  evidenza 
la  tipicità  della  malattia  avendo  le  peculiarità 
stabilite  per  essa  dal  Majocchi:  solo  in  qualche 
particolare  il  mio  caso  si  stacca  dalla  classica 
descrizione. 

Il  Majocchi  in  fatti  distingue  nella  Purpura 
Annularis  Teleangiectodes  tre  periodi  evoluti- 


— 18  — 


vi,  e cioè:  un  periodo  asgiettasico;  un  perio- 
do emorragico  pigmentario  ed  un  periodo  atro- 
fico. 11  mio  caso,  mentre  riprodusse  con  fe- 
deltà i due  primi  periodi  anzidetto  non  giunse 
al  terzo:  ciò  nonostante  la  sua  obbiettività  fu 
tale,  da  'non  lasciare  alcun  dubbio,  che  si  deb- 
ba riferire  alla  forma  del  Majocchi.  Sono  ca- 
ratteri della  dermatosi  ormai  ben  stabiliti: 
(Majocchi,  VII  Congresso  Internazionale  di 
Dermat.  e Siili.,  Vili  seduta),  la  costante  ca- 
ratteristica morfologia  (sopratutto  le  macchiet- 
te rosso  livide,  puntiformi,  migliariformi;  le 
emorragie  ed  ectasie  vasali);  la  topografia  co- 
stante agli  arti,  specie  inferiori,  dove  s'inizia, 
(rarissima  al  tronco);  la  disposizione  topografi- 
ca simmetrica  della  dermatosi;  la  durata  piutto- 
sto lunga,  senza  poussécs , l’involuzione  spon- 
tanea in  pochi  mesi  fino  ad  un  anno,  favorita 
però  da  una  cura  termale,  o di  fanghi  solfo- 
rosi. 

Tali  caratteri  esistevano,  con  grande  eviden- 
za, nel  presente  caso.  Nè  deve  sorprendere  o 
allontanare  dalla  diagnosi  di  pur  pura  a anu- 
lari s teleangiectodes  la  mancanza  di  atrofia  od 
alopecia  nelle  zone  Centrali  delie  figure  anu- 
lari; giacché  tale  evenienza  fu  già  verificata  in 
parecchi  dei  casi  di  cui  si  compone  la  lettera- 
tura di  questa  interessante  dermatosi  (Mignolo, 
Lutati,  Brandweiner,  Balzer  e Galup,  assola, 
Truffi). 

Il  Truffi  presentando  un  caso  di  Pii  epura 
annularis,  nel  quale  faceva  difetto  il  periodo 
atrofico,  osservava  come  il  fatto  potesse  essere 
spiegato  ammettendo  una  minore  gravità  delle 
modificazioni  di  nutrizione  della  cute,  legate 
alle  alterazioni  delle  pareti  vasali,  e faceva  no- 
tare come  del  resto  il  Majocchi  parlasse  di 
leggere  atrofie  e di  alopecie  eventualmente  an- 
che temporanee. 

Il  decorso  della  dermatosi,  diversamente  da 
quello  delle  altre  forme  di  porpora,  è per  solito 
lento,  della  durata  di  qualche  mese  ad  uin 
anno:  nel  mio  malato  fu  complessivamente  di 
poco  più  che  quattro  mesi,  senza  presentare 


19 


ana.i  nò  eruzioni  improvvise,  nò  eruzioni  ricor- 
renti in  forma  parossistica  si  frequente  in  ol- 
ire porpore;  ed  in  capo  a questo  tempo  volse 
spontaneamente  alla  guarigione.  Non  vi  fu  mai 
desquamazione  sulle  chiazze  in  via  dii  scom- 
parsa, che  non  lasciavano  atrofia,  ma  solo  re- 
1 i c| nati  di  leggere  pigmentazioni,  che  rapida- 
mente scomparivano. 

Una  questione  non  peranco  risolta  nella  ma- 
lattia del  Majocchi  è il  modo  di  formazione  delle 
figure  anulari.  TI  Majocchi  nelle  sue  diligenti 
osservazioni  lo  giudica  duplice,  e cioè:  o una 
chiazzetta  iniziale  si  allarga  per  progressione 
•centrifuga,  mentre  il  fondo  si  esaurisce  presso 
il  centro,  facendosi  gialliccio:  oppure  diverse 
piccole  angettasie  si  dispongono  in  linea  curva, 
su  archi  di  una  medesima  circonferenza  che 
poi  completano  confluendo,  e solo  in  u n secon- 
do tempo  presentano  il  processo  di  progres- 
sione centrifuga. 

Nel  mio  malato  osservai  sempre  questo  se- 
condo modo  di  formazione  delle  figure  anulari, 
che  per  il  Majocchi  è il  meno  frequente  e mai 
dalla  progressione  periferica  di  una  sola  mac- 
chietta angiettasica  emorragica  isolata  vidi  il 
fermarsi  di  un  anello. 

Anche  la  patogenesi  della  malattia  ò tuttora 
•oscura. 

fi  Majocchi  nella  sua  classica  memoria,  di- 
mostra insostenibile  alla  stregua  dei  casi  e dei 
fatti  finora  raccolti  l’ipotesi,  che  la  Purpura 
Aunularis  Teleangiectodes  sia  una  manifesta- 
zione di  sifilide;  anche  nel  presente  caso  nulla 
vi  era,  che  deponesse  per  la  esistenza  di  questa 
infezione. 

Non  è ancora  ben  definito  quale  sia  l’im- 
portanza della  tubercolosi  nella  patogenesi  del- 
la purpura  annularis  : il  Majocchi,  nei  casi  da 
lui  osservati,  ha  sempre  potuto  escludere  la 
natura  tubercolare,  Vigno  lo,  Lutati,  Balzer  e 
Galup,  invece  misero  in  rapporto  la  dermatosi 
rolla  diatesi  tubercolare.  Radaelli  trovò  conco- 
mitante la  tubercolosi  in  atto. 

Nel  mio  malato  ò esclusa  la  sifilide,  la  tu- 
bercolosi in  atto  ed  anche  la  diatesi  tubercola- 


20  — 


re;  si  tratta  eli  un  giovane  in  ottime  condizioni 
di  salute  nel  quale,  senza  cause  predisponenti 
apprezzabili,  ad  un  dato  momento  entra  in 
campo  un’azione  tossica,  che  senza  menoma- 
li] ente  turbare  lo  stato  generale,  è causa  del 
manifestarsi  della  dermatosi.  La  causa  tossica, 
la  cui  natura  a noi  sfugge  completamente,  per- 
mane per  un  periodo  di  tempo  abbastanza  lun- 
go, quasi  quattro  mesi,  dopo  il  qual  tempo  vie- 
ne a mancare,  senza  ragione  apparente,  ed  al- 
lora, sospesa  la  causa,  che  la  manteneva  in 
atto,  la  dermatosi  si  arresta,  ed  in  un  tempo 
breve,  quello  soltanto  strettamente  necessario 
alla  riparazione  delle  lesioni  esistenti,  si  ha  la 
guarigione. 

La  teoria  tossica  è la  più  appoggiata  dal  Ma- 
locchi, il  quale  scrive,  che  se  anche  non  arri- 
viamo ad  afferrarla,  a dimostrarla,  questa  cau- 
sa tossica,  basandoci  sul  reperto  istologico, 
dobbiamo  ammetterla,  perchè  ogni  qualvolta  si 
hanno  lesioni  delLintima  dei  vasi,  specie  con 
neoformazione  d’essa,  giustamente  si  presu- 
me, che  vi  sia  stato  l’intervento  di  qualche  so- 
stanza tossica,  che  abbia  provocato  uno  stimo- 
lo ©ull’intima  stessa. 

Per  Quanto  riguarda  il  reperto  anatomo-pa- 
tologico  della  dermatosi,  il  Majocchi  afferma, 
che  quali  fatti  anatomo-clinici  spiccano  le 
emorragie  puntiformi  e le  angiettasie  capillari, 
dalle  quali  provengono  le  macchiette  rosso  li- 
vide : nel  reperto  isto-patologico  alterazioni  co- 
stanti sono  l’endoarlerite  obliterale  e le  ecta- 
sie di  capillari,  nonché  delle  piccole  arterie: 
talvolta  con  formazione  eli  aneurismi  puntifor- 
mi e rottura  dei  medesimi. 

In  luogo  deH’endo-arterite,  che  il  Majocchi 
interpreta  come  alterazione  principale  e prima 
del  quadro,  nel  presente  caso  esiste  Lendofle- 
bite  : le  alterazioni  secondarie  invece  (degene- 
razione ialina  delle  pareti  dei  capillari,  ecta- 
sie, aneurismi,  rotture,  emorragie,  alterazioni 
muscolari)  sono  le  identiche  già  descritte  dal 
Majocchi. 

Volendo  risalire,  sebbene  si  tratti  di  un  caso 
isolato,  ad  una  interpretazione  del  reperto,  si 


— 21 


arriva  facilmente  a questa:  invece  di  un  endo- 
arterite  obliterante  di  una  arteriola  cutanea, 
esordita  gradatamente,  in  seguito  alla  quale 
i vasi  a valle  vengono  a subire  un  processo 
di  lenta  involuzione  (degenerazione  jalina)  e 
si  fa  sentire  un  aumento  di  pressione  nella 
circolazione  venoso-linfatica  nel  distretto  cir- 
costante al  vaso  obliterato,  e così  si  hanno 
le  ectasie  e la  rottura  dei  vasi  e le  emorragie; 
nel  mio  caso  invece  l’alterazione  prima  sa- 
rebbe stata  un  endo-flebite  obliterante,  che  per 
progressiva  riduzione  del  lume  vasale,  portò 
una  stasi  nei  vasi  a monte,  causa  di  disturbi 
trofici  delle  pareti  e dà  una  distensione  dei  me- 
desimi, con  formazione  di  ectasie,  aneurismi 
migliari,  rottura  delle  pareti,  fuoruscita  di  glo- 
buli rossi  per  diapedesin  e per  rexin. 

Ma  f interpretazione  anche  più  dettagliata 
di  questo  reperto,  riguardo  al  meccanismo  di 
formazione  delle  figure  anulari,  messo  in  rap- 
porto colla  presenza  nella  cute  dei  coni  vasco- 
lari. fu  oggetto  di  una  comunicazione  del  chia- 
rissimo prof.  A.  Pasini  alla  riunione  del  dicem- 
bre 1912  della  Società  Dermatologica  Italiana 
(Vedi  resoconto  giornale  Ttal.  Malat.  Ven.  e 
Pelle  - Fase.  I,  1913). 


SPIEGAZIONE  DELLE  FIGURE. 


Fio.  I.  — Fotografìa  delia  gamba  destra  dell’ amma- 
lato, presa  al  momento  del  ,suo  ingresso  nell’ospi- 
tale. Si  può  vedere  la  distribuzione  delle  chiazze 
emorragiche  ed  il  loro  modo  di  confluire.  Appena 
si  può  intravedere  la  figurazione  anulare  delle 
chiazze  emorragiche  stesse,  essendomi  riuscito 
impossibile  differenziare  meglio  eolia  fotografìa 
il  colorito  rosso  emorragico  dell’anello  da  quello 
giallo  pigmentario  del  fondo.  L’alternarsi  di  punti 
emorragici  e punti  angiettasici  lungo  l’anello  è re- 
so da  una  certa  irregolarità  e sinuosità  della  linea 
di  contorno  dello  stesso. 


FIG.  I. 


23 


Fig.  il.  — Vena  della  profondità  dell’ipoderma  infil- 
trata in  tutte  le  tuniche,  e con  proliferazione  del- 
l’intima. Arteria  corrispondente  affatto  sana. 


Fio.  II. 


Fig.  ili.  — Infiltrazione  e spandimento  di  emazie  at 
torno  ai  vasi  capillari  della  rete  papillare:  dilata- 
zione sacciforme  di  un  capillare. 


Fig.  III. 


— 24  — 


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